- RECENSIONE - Nevernight I Grandi Giochi di Jay Kristoff


Bentrovati cari amici. E’ con un po’ di tristezza nel cuore che vi scriviamo questa recensione oggi. Tristezza, si, perchè oggi purtroppo è venuto a mancare uno dei capisaldi della letteratura giovanile dei nostri tempi. Uno scrittore che è anche un po’ un poeta, che insieme alla gabbianella Fortuna e al gatto Zorba, è entrato nei cuori di tutti i bambini che eravamo, e che, nel migliore dei casi, ancora siamo. Non vogliamo dilungarci troppo, ma ci sembrava doveroso spendere due righe di tributo al grande Luis, e per ringraziarlo per averci donato il suo cuore grande come quello di un gabbiano.

Torniamo alla recensione. Partiamo come sempre dalle generalità.



Titolo: Nevernight – I Grandi Giochi (Nevernight chronicles #2)
Autore: Jay Kristoff
Editore: Mondadori (Oscar Vault)
Pagine: 467
Prezzo: 20,00 €
Trama: Mia Corvere, distruttrice di imperi, ha trovato il suo posto tra le Lame di Nostra Signora del benedetto omicidio, ma sono in tanti all'interno della Chiesa Rossa a pensare che non se lo meriti. La sua posizione è fragile, e non si sta affatto avvicinando alla vendetta cui agogna. Ma dopo uno scontro letale con un vecchio nemico, Mia inizia a sospettare quali siano i veri moventi della Chiesa Rossa.
Al termine dei grandi giochi di Godsgrave, Mia tradisce la Chiesa e si vende come schiava per avere la possibilità di mantenere la promessa che ha fatto il giorno in cui ha perso tutto. Sulle sabbie dell'arena, Mia trova nuovi alleati, feroci rivali e domande ancora più incalzanti sulla sua affinità con le ombre.

Bene. Che dire ragazzi. Nevernight, ormai tutti lo sanno, è un vero e proprio caso letterario. Frutto della mente pazza e geniale di quel sadico di Kristoff, è sicuramente una di quelle saghe che un amante del genere fantasy deve aver letto. Ha tutto. Personaggi ben caratterizzati, trama avvincente, colpi di scena, worldbuilding epico, sangue, amore, vita, morte. In questo secondo capitolo ancora più del primo. E se Nevernight: Mai dimenticare (qui la recensione) è stata una mazzata sulla nuca, di quelle che ti stordiscono, ti lasciano a terra semi svenuto, in un limbo di quasi incoscienza, in I Grandi Giochi il lettore viene curato, viene bendato, nutrito, coccolato, fatto rimettere in forze………SOLTANTO PER RICEVERE IMMEDIATAMENTE DOPO UN’ALTRA BATOSTA ANCORA PIU’ VIOLENTA DELLA PRIMA.
Direi che questo paragone è calzante. Infatti questo libro non inizia perfettamente in linea con il precedente. Anzi, diciamo quasi per niente. 
I fatti sono ambientati otto mesi dopo la morte di Cassius e del tribuno Remus, e dello sventato tentativo da parte di Ashlin di distruggere il Culto e la Chiesa Rossa. Mia sta prestando servizio come Lama a Galante, Liis, sotto il vescovato di Diecimani. Dopo una serata alquanto movimentata, in cui la nostra Mia prende la vita di un uomo che le era stato commissionato dalla Chiesa Rossa, si ritrova a fuggire con una freccia conficcata nella chiappa (sempre sul pezzo Kristoff) da un gruppo di Luminatii. Per nascondersi, arriva nella necropoli di Galante, dove incontrerà una figura misteriosa ed enigmatica, quasi non umana, con le braccia e le mani nere e il gelo nella voce. Non vi diciamo niente. NIENTE. Solo che questa figura salverà la tenebris dai Luminatii, che stavano avendo la meglio su una Mia ferita e ancora sconquassata dai bagordi di solo qualche attimo fa, e che le dirà qualcosa, qualcosa il cui mistero aleggerà sulle nostre teste come le nuvole grigie il giorno di Pasquetta in campagna.  

La figura si avvicinò in un modo che Mia poteva descrivere solo come... strisciante. Una patina di brina si diffuse sulle tombe e sulle cripte attorno a loro.
<<SO CHE SEI DESTINATA A MOLTO PIU' DI QUESTO>> disse. <<LA TUA VERITA' GIACE SEPOLTA NELLA TOMBA. EPPURE DIPINGI LE TUE MANI DI ROSSO PER LORO, QUANDO DOVRESTI DIPINGERE I CIELI DI NERO.>>
<<...oh, che gioia: un tipo criptico...>>
<< LA TUA VENDETTA E' COME I SOLI, Mia Corvere. SERVE SOLO AD ACCECARTI.>>
<< Di cosa cazzo stai parlando?>>
Mia udì delle urla e si voltò verso il suono di stivali in avvicinamento.
<<CERCA LA CORONA DELLA LUNA.>>

Non ci è dato sapere altro su questa misteriosa “Corona della Luna”, non adesso almeno. Vi diciamo solo che nel terzo sarà tutto svelato, e capirete il senso di queste parole a tempo debito. 
Tutto questo mistero… tutti questi piccoli semini che Kristoff semina lungo la strada… AMIAMO TUTTO CIO’. E lo amerete anche voi.
Tornando a Mia, subito dopo questo bizzarro incontro, la nostra Xena principessa guerriera viene convocata alla Montagna Silente dal Culto, dove apprendiamo che, con la morte di Cassius, Drusilla ha preso il suo posto come signora delle Lame, e il nostro amatissimo e simpaticissimo Solis ha preso invece il suo posto come Padre Reverendo. Dopo i consueti buongiorno e buonasera, Mia viene informata che, lo stesso mecenate che ha assoldato la Chiesa per gli omicidi che Mia ha compiuto in questi otto mesi, compiaciuto del suo operato, decide di affidarle un’impresa più grossa: recuperare una mappa, scritta in ashaki antico, di fondamentale (quanto ignota) importanza.


<<... Cosa raffigura la mappa?>>
<<Fornisce indicazioni dettagliate per l'impero di Nonsonocazzituoi.>>


Quanto ancora si può amare l’ironia di Kristoff?!
Così, Mia accetta l’incarico, che la riporterà nella sua Godsgrave, dove ritroveremo qualcuno… qualcuno che sarà in grado di far tremare ben più di una certezza alla nostra protagonista, per usare un eufemismo. In realtà quello che Mia scopre è un vero e proprio terremoto, di magnitudo 10 sulla scala Richter. Bhe… diciamo magnitudo 9.
Il magnitudo 10 ce lo riserviamo per il prossimo libro…

Sconvolta nel profondo per la rivelazione, Mia si vedrà costretta a riformulare tutti i piani di una vita intera. Questo la porterà a stringere alleanze inimmaginabili, a combattere contro avversari terribili, a calcare suoli nuovi…e impolverati. Impolverati come le arene dei gladiatori

Come avevamo già detto nella recensione del primo libro, Kristoff è un profondo cultore della storia romana, su cui questa trilogia affonda le sue radici. In questo libro  Jay ci catapulta nel mondo dei gladiatii, tra le palestre di una Godsgrave che assomiglia sempre di più ad un’antica Roma. Se avete visto (e come noi, amato) la serie Spartacus o Il Gladiatore, avrete perfetta confidenza con queste pagine; palperete con mano l’adrenalina, esulterete insieme alla folla e tratterrete il fiato durante i giochi.

Il ritmo della storia è un crescendo costante: dopo tutta la fase preparatoria che porterà Mia effettivamente ad allenarsi come gladiatii, la trama tornerà a complicarsi come di consueto (come se fino ad adesso fosse stata semplice). Gli intrighi la faranno da padrona, i segreti, le cose non dette, tutto ciò innalzerà lo stato di tensione fino all’esplosione finale. IL FINALE, RAGAZZI. COSA NON E’ QUESTO FINALE.
NON ABBIAMO MAI SOFFERTO TANTO LEGGENDO UN LIBRO.
Ma non sofferenza per via di cose dolorose (che non mancheranno), ma proprio per il continuo susseguirsi di colpi di scena, che nelle ultime 100 pagine non daranno un attimo di tregua al povero lettore che si ritroverà ad andare a dormire alle 5 di notte per l’impossibilità di riporre questo libro prima di averlo concluso. Volete sapere quando questa tensione si allenta? MAI. GIURIAMO. MAI. Fino all’ultima parola dell’ultima riga dell’ultimo capitolo. (-> qui ho urlato, letteralmente - Evelyn).
Se possiamo permetterci un paragone un filino licenzioso, e pensiamo di poterci prendere questa libertà, visti i toni per niente puritani del nostro caro Jay, una sola parola può racchiudere in poche lettere tutto ciò che questo libro è: orgasmo

Detto ciò, possiamo anche chiudere tutto. Ci auguriamo di avervi incuriositi, se ancora non avete goduto e sofferto delle pagine di questo capitolo della saga. In tal caso… COSA STATE FACENDO ANCORA CON GLI OCCHI SULLO SCHERMO, ANDATE A LEGGERE QUESTO ‘BISSO DI LIBRO!




Con immenso affetto, come sempre



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