In ogni caso, il libro di cui sto per parlarvi è fresco fresco di lettura. Se avete seguito le nostre storie su IG sapete già di cosa sto parlando, e cioè del secondo capitolo della saga dell’Attraversaspecchi, Gli scomparsi di Chiardiluna.
Vi avevo rilasciato la settimana scorsa la recensione del primo libro della saga, e se l’avete letta, sapete che non mi aveva resa poi così entusiasta, per usare un eufemismo. Sarà stato lo stesso per il secondo capitolo? Lo scoprirete se andrete avanti con la lettura.
Ecco le generalità del libro:
Nome: Gli scomparsi di Chiardiluna (Attraversaspecchi #2)
Autrice: Christelle Dabos
Casa editrice: Edizioni e/o
Pagine: 562
Trama (censored - c'è uno spoiler allucinante in quella originale) : Secondo volume della saga dell'Attraversaspecchi (dopo il primo, "Fidanzati dell'inverno"). Sulla gelida arca del Polo, dove Ofelia è stata sbattuta dalle Decane perché sposi suo malgrado il nobile Thorn, il caldo è soffocante. Ma è soltanto una delle illusioni provocate dalla casta dominante dell'arca, i Miraggi, in grado di produrre giungle sospese in aria, mari sconfinati all'interno di palazzi e vestiti di farfalle svolazzanti. A Città-cielo, capitale del Polo, Ofelia viene presentata al sire Faruk, il gigantesco spirito di famiglia bianco come la neve e completamente privo di memoria, che spera nelle doti di lettrice di Ofelia per svelare i misteri contenuti nel Libro, un documento enigmatico che nei secoli ha causato la pazzia o la morte degli incauti che si sono cimentati a decifrarlo. Per Ofelia è l'inizio di una serie di avventure e disavventure in cui, con il solo aiuto di una guardia del corpo invisibile, dovrà difendersi dagli attacchi a tradimento dei decaduti e dalle trappole mortali dei Miraggi. È la prima a stupirsi quando si rende conto che sta rischiando la pelle e investendo tutte le sue energie nell'indagine solo per amore di Thorn, l'uomo che credeva di odiare più di chiunque al mondo.
In questo secondo atto, la storia è posizionata cronologicamente immediatamente dopo la fine del primo, subito dopo la tragica morte di tutti i membri della famiglia di Thorn. La situazione, già delicata di per sé per via del lutto e della dolce condizione di Berenilde che sta per volgere al termine, si aggrava gradualmente per Ofelia che, a soli pochi giorni dal suo matrimonio con il gelido Thorn, invece di stare lì bella a scegliere l’abito e il gusto della torta nuziale, inizia a ricevere delle terrificanti lettere minatorie (cioè, l’unico timore di una donna a pochi giorni dal matrimonio dovrebbe essere che il fidanzato non si presenti sotto il balcone con una rosa in bocca e un coro neomelodico per la serenata… non che con Thorn ci sia il rischio, ma con tutti i colpi di scena che riempiono questo libro non si sa mai…). Tornando alle lettere, il suo autore “invita gentilmente” Ofelia a non convolare a nozze con il suo promesso sposo… pena la morte.
Ma che gentile.
Chi avrà scritto queste lettere minatorie? Come mai “questo matrimonio non s’ha da fare, né domani né mai”? C’entra forse il Libro di Faruk che Thorn si è impegnato a leggere una volta aver acquisito il potere di Ofelia nella cerimonia del Dono?
Spoiler not spoiler: SI.
Tutto ciò viene contornato da una serie di misteriosi rapimenti, che fanno venire naturalmente una certa strizza alla nostra animista, alla luce delle sopracitate letterine d'amore: personaggi di spicco della corte di Faruk iniziano a sparire da Chiardiluna, luogo fino a quel momento ritenuto assolutamente sicuro e affidabile. Quando poi anche una persona vicina a Ofelia, una persona a cui fino a quel momento lei non sapeva di tenere così tanto, viene misteriosamente rapita, la nostra protagonista inizia a indagare su tutta questa situazione, pur consapevole dei numerosi rischi che corre. Il coraggio che dimostra in questo capitolo è forte indice della crescita interiore di una ragazza che nel primo libro era quasi in balia degli eventi, ma che adesso semplicemente decide che non ci sta più, prende in mano la situazione e tira fuori gli artigli (in senso metaforico, non quelli di Thorn lol). Diventa protagonista in tutto e per tutto, prende consapevolezza di sé stessa, e che se vuole sopravvivere alla spietata corte di Faruk dovrà imparare a dare ascolto al suo istinto… cosa che le permetterà anche di aprire gli occhi e guardare lo stesso Thorn sotto un’altra luce.
“Ofelia si avvicinò allo specchio fino a riflettersi.
Guardò bene in faccia il volto determinato nonostante i graffi e le ecchimosi, finalmente pronta ad affrontare quella verità che non aveva voluto vedere.
Non era Thorn ad avere bisogno di lei, ma lei ad avere bisogno di Thorn.”
Io dopo aver letto questa scena |
Insieme a lei maturerà anche il rapporto tra i due, che prenderà una piega che non mi aspettavo. Avremo pagine che… aaaah…vi faranno sospirare, vi faranno stringere il cuore, vi faranno capire che, come già avevo anticipato nella prima recensione, il nostro crudele e insensibile Thorn nasconde in realtà un cuore di panna che neanche il cornetto Algida (poteva mancare il cibo in una mia recensione? Ovvio che no)… vi dico solo che ho pianto. EBBENE SI, dopo il Regno Corrotto, questo libro è stato in grado di farmi commuovere… vi dico solo: PAGINA 534. (peccato non fosse pagina 394 )
Ho un animo sensibile ragazzi, che posso farci.
Tutto ciò senza parlare del finale! Il finale è una cosa che... AAARGHHH DATEMI IMMEDIATAMENTE IL TERZO LIBRO!!!
Ma, così come ho fatto dopo la lettura del secondo Nevernight, farò nuovamente violenza su me stessa e mi prenderò una piccola pausa prima di andare avanti con la storia. Mia Corvere esige di mettere un punto alla sua storia. Ho preparato il mio cuore, e il mio cuore adesso è pronto.
In definitiva, sono davvero contenta di aver dato un’altra possibilità a questa saga, dopo l’impressione non proprio positiva che Fidanzati dell’inverno mi aveva lasciato. La scorrevolezza dello stile rimane la stessa, ma in Scomparsi di Chiardiluna sono gli eventi, i colpi di scena, le domande in sospeso che spronano il lettore ad andare avanti, a divorare le sue pagine una dopo l’altra, costringendolo a mentire a se stesso pensando ogni volta “solo un altro capitolo”.
Vi vedo, bugiardi.
Alla luce del secondo libro, però, mi sento di dire che la “flemma” del primo è assolutamente giustificata e necessaria (l'ho detto? L'HO DETTO). Il mondo che la Dabos costruisce è originale, molto originale, direi forse anche troppo: è necessario del tempo per prendere confidenza con le Arche, con la corte di Faruk, con la “strambezza” dei luoghi e di alcuni personaggi, ma soprattutto, la scrittrice si prende tutto il tempo necessario per piantare il semino della storia d’amore tra Ofelia e Thorn, lo annaffia, lo tiene al caldo, lo coccola e ci parla (non guardatemi male, tutti sanno che per far crescere forti e rigogliose le piante bisogna parlare con loro come fossero persone… vabbè ho capito, non avete il pollice verde). In questo libro il semino inizia a tirare fuori timidamente la testolina, e mi aspetto un’esplosione rigogliosa di verde nel terzo capitolo della saga, verde come la sua copertina.
Con immenso affetto,
Ho adorato questa saga! Amerai anche i due libri successivi :)
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