Review Party - La regina degli scacchi di Walter Tevis

Ciao a tutti amici lettori.

Oggi vi parleremo del libro che ha dato vita ad una serie tv molto apprezzata e chiacchierata nell’ultimo periodo. Molte persone hanno guardato la serie ma in pochi hanno affrontato la lettura del romanzo da cui è ispirata, opera di Walter Tevis, e pertanto siamo qui per darvi una nostra personale opinione e motivi a favore o contro la sua lettura.

Il titolo originale è The Queen’s Gambit (il gambetto di donna) ed è un chiaro riferimento ad una delle più celebri aperture nel gioco degli scacchi ma, come sempre, bando alle ciance e cominciamo. 

Titolo: La regina degli scacchi

Autrice: Walter Tevis

Casa editrice: Mondadori

Pagine: 300

Prezzo: 19,00 €

TramaFinita in orfanotrofio all’età di otto anni, Beth Harmon sembra destinata a una vita grigia come le sottane che è costretta a indossare. Ma scopre presto due vie di fuga: le pillole verdi, distribuite a lei e alle altre ragazzine dell’orfanotrofio, e gli scacchi. Il suo talento prodigioso è subito lampante; una nuova famiglia e tornei sempre più glamour e avvincenti le permettono di intravedere una nuova vita. Se solo riuscisse a resistere alla tentazione di autodistruggersi… Perdere, vincere, cedere, resistere: imparare, grazie al gioco più solitario che ci sia, a chiedere aiuto, e a lasciarselo dare.

Beth Harmon ha 8 anni quando giunge in orfanotrofio. E’ una bambina introversa, timida ma molto intelligente e perspicace.

Il primo impatto con la vita all’interno dell’istituto è traumatico: Beth è spaesata, si trova con altre orfane anche più grandi di lei e ha difficoltà ad ambientarsi e a dormire la notte. Ai bambini però vengono fornite delle “vitamine” in pillole che la stordiscono e gli danno una piacevole sensazione di leggerezza. In questo ambiente stringe amicizia con Jolene, una ragazza di colore più grande che le fa un pò da guida all’interno di questo nuovo mondo, ma non solo: Jolene sarà anche l'unica che rappresenterà per Beth un piccolo squarcio di umanità in un ambiente cupo e sterile.

Già tra le prime pagine del romanzo incontriamo uno dei temi principali affrontati, ovvero la solitudine e il senso di oppressione.

Beth, infatti, soffre la mancanza dei genitori e il fatto di ritrovarsi insieme a degli sconosciuti a dover crescere seguendo regole e cercando un senso al suo percorso di vita la segnerà in modo incisivo. 

A questo clima già di per sè instabile per una bambina di 8 anni, di certo non contribuiscono positivamente le "vitamine" fornite dall’orfanotrofio, in realtà tranquillanti che creeranno in Beth una vera e propria dipendenza che non riesce a controllare e capire (cosa ci si potrebbe aspettare da una bambina così piccola?).

Tuttavia, in questo ambiente oppressivo e solitario, gestito dalla direttrice Deardorff, Beth improvvisamente trova una luce inaspettata: gli scacchi. Il signor Shaibel, custode dell’orfanotrofio dalla corazza dura e impenetrabile e un cipiglio severo, intravede qualcosa in Beth e inizia ad insegnarle le basi di questo complicato ma bellissimo gioco.

Da questo punto in poi si accende una piccola fiamma che pagina dopo pagina si alimenterà sino a diventare un vero e proprio incendio. Il talento e la passione di Beth la porteranno ad evadere mentalmente dalla situazione in cui si trova sino al momento in cui riuscirà ad abbandonare l’orfanotrofio e ad iniziare un altro percorso di crescita insieme ad una nuova famiglia.

Il libro si sviluppa seguendo la crescita fisica, mentale e del talento di Beth, che la porteranno a confrontarsi in sfide sempre più complicate e avvincenti per potersi affermare come miglior scacchista al mondo.

La storia è molto scorrevole e incalzante. I capitoli brevi e intensi permettono di divorare le pagine come caramelle. Ho apprezzato molto il modo in cui è stata presentata Beth, caratterizzandola sin dall’infanzia e permettendo al lettore di crescere insieme a lei e di poterla conoscere sempre più in tutte le sue sfumature. Questo mi ha permesso anche di riuscire a comprendere le azioni, i pensieri e gli errori che lo scorrere della vita presenterà alla nostra protagonista.

Giunti nella fase adolescenziale troveremo una Beth più matura e consapevole delle sue doti e dei suoi obiettivi. Gli scacchi sono ormai un’ossessione, a volte l’unica ragione che la porta a mettere i piedi a terra al mattino, e se da un lato questo le permetterà di migliorare il suo gioco sino alla perfezione, dall’altro diventa un ostacolo nelle relazioni personali e nella sua capacità di trovare un senso alla sua vita.

A questa ossessiva ricerca della perfezione, l'unico mezzo che consente a Beth di evadere dai suoi schemi, sarà una pesante dipendenza dall'alcool, in cui la nostra scacchista affogherà letteralmente le sue paure per riuscire ad affrontare le giornate che si presentano vuote e insensate una dopo l’altra. Ma per un aspetto negativo come questo, affrontato da Tevis in modo per nulla banale, troveremo anche uno dei temi che più ho apprezzato: l’emancipazione femminile. Il mondo degli scacchi, specialmente negli anni ’60, è un mondo prettamente maschile. I giocatori dei tornei tendono a schernire Beth e a non considerarla alla loro altezza. Questo elemento sarà un filo conduttore per tutta la storia, dalle prime sfide col signor Sheibel sino a quelle con i grandi campioni russi. Beth affronterà con forza e determinazione questa discriminazione, impartendo lezioni non solo di scacchi ma anche di equità di genere a tutti i suoi avversari, bruciando nelle paure in cui era stata catapultata a soli 8 anni, solo per poter rinascere come fenice affermando il suo essere donna di talento e scacchista fenomenale.

In conclusione, La regina degli scacchi è un libro che mi ha emozionato e che ho divorato in pochi giorni, sentendomi vicino a Beth e facendo costantemente il tifo per lei, ma non solamente di fronte a una scacchiera, ma anche e soprattutto davanti alle partite più difficili e importanti che l’avrebbero portata a diventare donna indipendente e soprattutto felice.



Prima di salutarvi vi ricordiamo che questa recensione fa parte del Review Prty organizzato da noi grazie a Mondadori, che ringraziamo per averci concesso una lettura in anteprima. Di seguito vi lasciamo il anner dell'evento così da poter visitare anche i blog delle mie colleghe e leggerne le recensioni.


Vi abbracciamo, e a presto,



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