Buon pomeriggio amici bipedi, e bentornati nel nostro blog per quella che è la prima recensione del 2021 (ti prego, abbi pietà). Con oggi si conclude questo fantastico Review Party che non solo mi ha fatto scoprire una saga e dei personaggi meravigliosi a cui mi sono profondamente affezionata, ma mi ha anche permesso di creare e fortificare legami con le fantastiche che vi hanno partecipato insieme a me.
E credo che questa sia tra le cose più belle che essere una bookblogger mi abbia regalato finora.
Per cui, ci tengo a ringraziare con tutto il cuore la Mondadori per avermi dato questa possibilità, ma anche e soprattutto Antonio, Sara, Flavia, Ilaria e Martina per essere stati dei colleghi incredibili e aver reso quello che all'apparenza era un Review Party un vero e proprio gruppo di lettura.
Non vedo l'ora di lavorare di nuovo con voi, ragazzi!
Ma adesso, bando ai sentimentalismi e veniamo al libro e alla recensione.
Nome: La repubblica dei ladri (The gentlemen bastards sequence #3) Autore: Scott Lynch
Casa editrice: Mondadori (Oscar Vault)
Prezzo: 18,00 €
Pagine: 732
Trama: Doveva essere il colpo più clamoroso della loro carriera, invece si è rivelato un... clamoroso fiasco. Così Locke e il suo fedele compagno Jean sono riusciti a malapena a salvare la pelle. Almeno, Jean ci è riuscito: Locke sta morendo, avvelenato in modo lento ma inesorabile da una sostanza che nessun alchimista o dottore può combattere. Ma quando la fine sembra ormai vicina, una donna misteriosa offre a Locke un'opportunità che potrà salvarlo, o ucciderlo. Le elezioni del Konseil sono imminenti, e le diverse fazioni hanno bisogno di una pedina da muovere a loro piacimento. Se Locke acconsente a essere quella pedina, con un incantesimo la donna estrarrà il veleno dal suo corpo, anche se l'operazione sarà talmente dolorosa da fargli desiderare la morte. Locke non ci pensa proprio, ma due elementi lo inducono a cambiare idea. Primo, le suppliche di Jean. Secondo, un nome femminile pronunciato dalla maga: Sabetha, l'amore della sua vita, abile e arguta quanto lui, e ora la sua più grande rivale. Locke si è innamorato di Sabetha al primo sguardo, quando era un giovane orfano e apprendista ladro. Ma dopo un corteggiamento tumultuoso, Sabetha se n'è andata. Ora si ritrovano nuovamente uniti in uno scontro. Di fronte all'unica persona che sia in grado di tenergli testa - nel gioco dell'amore e in quello degli inganni - Locke deve scegliere se combattere Sabetha, o sedurla. Una decisione da cui potrebbero dipendere le vite di entrambi.
La repubblica dei ladri si colloca cronologicamente subito dopo gli episodi con cui si è concluso I pirati dell’oceano rosso. Riprendendo lo schema narrativo del primo volume della saga, in questo romanzo Lynch conduce le due storylines nel presente e nel passato, ai tempi in cui il piccolo Locke viene ceduto da Forgialadri a Padre Catena che lo inizia all'educazione di Bastardo Galantuomo e discepolo di Perelandro.
L'inizio di questo libro è stato strepitoso. Non che il resto del libro sia stato da meno, ma alcune pecche qua e là ci sono state; andiamo per gradi.
Solitamente, quando leggo libri in cui vengono seguite due linee temporali, mi capita spesso di trovare una super interessante e una super noiosa. Ne consegue ovviamente che la scorrevolezza e fluidità narrativa vengono inevitabilmente intaccate, ma con La repubblica dei ladri (e Gli inganni di Locke Lamora) questo non è successo, ed è un grande merito che devo riconoscere alla penna di Lynch, che è stata in grado di condire entrambe le storylines con i giusti elementi che le rendessero ugualmente interessanti.
Le vicende ambientate nel passato ci portano ai bei tempi in cui Locke era solo Locke, e non ancora la Spina di Camorr (anche se ci viene spiegato come nasce questo epiteto).
«Se lei è la rosa, lui può essere la spina. Calo schioccò le
dita. «La Spina di Camorr! Mica male, eh?»
«Mai sentita una cazzata più grossa» disse Locke.
Ritroviamo un clima caldo, rassicurante, familiare, seppur con una forte nostalgia legata inevitabilmente ai cari gemelli Sanza, la cui simpatia e spensieratezza scavano come un coltello in una ferita che non è ancora guarita.
E poi, finalmente, gaudio e giubilio nel regno, signore e signori: la tanto misteriosa Sabetha è giunta tra noi.
Vi voglio avvisare, però: se avete aspettative alte riguardo la nostra fulva Gentildonna, vi consiglio vivamente di ridimensionarle. So benissimo che l'immensa l’aura di mistero l’ha resa quasi un cervo sacro che non vedevamo l’ora si palesasse per contrapporsi a un personaggio scaltro e imponente come quello di Locke. Tuttavia, con grosso dispiacere, devo avvisarvi che sotto questo punto di vista si poteva fare meglio, MOLTO meglio.
Infatti, se per alcuni aspetti Sabetha (tanto quella giovane quanto quella adulta) è una donna estremamente furba, intelligente e abile, a livello umano mi è arrivato ben poco. E' fredda, calcolatrice, incentrata molto (troppo) su se stessa e i suoi obiettivi, al punto di arrivare a negare il suo passato e i suoi legami con esso. La qual cosa mi ha molto turbato, soprattutto alla luce dell'amore folle che Locke prova e continua a provare incondizionatamente per lei, senza se e senza ma.
Viene quasi spontaneo chiedersi se Lamora sia innamorato di Sabetha o del suo ricordo idealizzato.
Nella narrazione principale, invece, Locke e Jean si trovano nuovamente immischiati in una questione politica più grande di loro e con la quale non c’entrano nulla, ma alla quale non possono sottrarsi pena bruttissime cose (tipo la morte).
In questo terzo capitolo, i nostri Bastardi Galantuomini vengono gentilmente “assunti” (non che avessero altra scelta viste le circostanze) dai Maghi di Karthain, gli stessi Maghi di cui faceva parte il Falconiere. E’ pressoché scontato che si avverta una certa vulnerabilità quando si stringe un patto con degli stregoni che possono torcere budella e spezzare ossa solo conoscendo il nome delle malcapitate vittime, e il senso di "chivalà" farà stare il lettore sulle spine fino alla fine.
Sarà una bella sorpresa scoprire se i sospetti saranno fondati oppure no.
Qual è l’obiettivo di questo accordo con i Maghi?
«Dovete truccare un’elezione.»
«Truccarla quanto?»
«Volete una stima prudente?» Pazienza si voltò verso la finestra e
fissò lo sguardo fuori, sulla pioggia. «Rovesciarla come un calzino.»
Queste elezioni, chiamate “il gioco dei 5 anni”, sono finalizzate ad eleggere il Konseil, il governo rappresentante i cittadini di Karthain. A contendersi i 19 seggi, si scontrano due fazioni, il partito delle Radici profonde, ovvero la vecchia aristocrazia e quello dell’Iris Nero, rappresentante la categoria dei commercianti. Il compito di Jean e Locke sarà quello di impiegare le loro menti e le loro forze per far vincere il partito delle Radici.
Un gioco da ragazzi, o almeno lo sarà fino a quando non si scoprirà chi è stato assunto assunto come controparte dall’Iris.
Lo avete capito, vero?
Sarà un colpo, per Locke, scoprire che dovrà scontrarsi con nientepopò di meno che la sua amata Sabetha. E francamente, non potevo desiderare di meglio : un banale incontro tra due lovers che non si vedono dopo tanti anni, e che si abbracciano e sbaciucchiano ripercorrendo i tempi andati sarebbe stato decisamente deludente e non all’altezza di questi romanzi.
Il rincontro-scontro tra i due, invece, dal mio punto di vista è stato un vero colpo di genio, soprattutto perchè finalmente abbiamo un personaggio che riesce a tenere testa al sottile ingegno di Locke, e che riesce a farlo cascare nelle sue trappole, a sua volta. Attraverso il filtro di Sabetha, inoltre, conosciamo un nuovo aspetto e lato del carattere sfaccettato di Locke, e questo si aggiunge alla lista delle genialità che bisogna riconoscere a Lynch. Libro dopo libro, pagina dopo pagina, aggiungiamo un nuovo tassello al grande puzzle che compone la personalità di questo personaggio, e considerando che abbiamo ancora poco materiale riguardante la sua infanzia prima di Padre Catena e i Bastardi, non vedo davvero l'ora di scoprire se nei seguiti riusciremo a colmare questi buchi e approfondire ulteriormente la figura di Lamora.
Ciononostante, per me gli aspetti positivi di Sabetha iniziano e finiscono qui. E’ vero, è un personaggio molto intelligente e scaltro, sembra quasi una versione maschile di Locke, la qual cosa giustificherebbe l’enorme attrazione che lui prova per lei fin da subito. Tuttavia non ho trovato altro in lei che fosse degno di nota. Probabilmente questo sarà stato lo scotto da pagare per le elevate aspettative che Lynch ci fa costruire nel corso dei primi due libri, ma io purtroppo non posso che ritenermi enormemente delusa per questo grandissimo potenziale sfruttato così male.
E' anche giusto considerare che noi seguiamo solamente il punto di vista di Locke, vediamo tutto attraverso i suoi occhi, per cui non sappiamo mai veramente cosa c'è nella testa della nostra ginger, nè i reali motivi che muovono le sue azioni.
That's why we need multiple POVs.
Just saying.
Al di là di questa piccola parentesi (che comunque è legata a una percezione MOLTO soggettiva e personale), nel complesso la lettura è stata davvero piacevole, direi addirittura divertente: in particolar modo ho apprezzato moltissimo vedere come Locke e Sabetha mettessero in campo tutte le loro abilità per pestarsi i piedi a vicenda, al punto che era quasi impossibile capire chi dei due fosse un passo avanti all'altro. La scrittura è scorrevole, e le immense e noiose descrizioni di cui mi sono lamentata nei libri precedenti lasciano il posto a una maggior fluidità, seppur non manchino gli "spiegoni" (soprattutto riguardanti la scena politica e la questione delle elezioni) che a volte fanno leggermente calare la palpebra.
Un altro aspetto molto importante, per non usare la parola "fondamentale", è rappresentato da Jean, che si aggiudica anche stavolta il titolo di "Best spalla of the year". Fedele e leale come solo Samwise Gamgee, si fa carico delle difficoltà nei momenti "down" di Locke, esattamente come ha sempre fatto fino ad ora. Penso che Jean sia uno di quei personaggi secondari (perchè, ahime, Lynch continua a relegarlo sullo sfondo della storia) che è impossibile non amare e senza il quale la trama collasserebbe su se stessa come un palloncino sgonfio. Anche nel caso di Tannen sento il fortissimo bisogno di conoscere più approfonditamente il suo passato precedente ai Bastardi, ma confido anche per questo nei libri successivi.
Mi fermo qui perchè ho nuovamente divagato - mi succede sempre quando parlo di un libro che mi è piaciuto. Motivo per il quale la valutazione complessiva di La repubblica dei ladri non può che essere molto positiva.
Spero con tutto il cuore che le recensioni siano state di vostro gradimento (vi lascio di seguito i link per quella di Gli inganni di Locke Lamora e I pirati dell'oceano rosso) e che abbiate seguito le vicende di Locke e Jean insieme a noi. E per usare le parole dell'illustre Patrick Rothfuss:Se non lo avete letto, dovreste farlo.
Se l'avete letto, credo che dovreste rileggerlo.
Vi abbracciamo fortissimo
Ciao ragazzi, sono Alexandra e mi sono appena iscritta al blog!
RispondiEliminaComplimenti per la recensione molto dettagliata e precisa ma questo libro non mi ispira, sarà che non amo il genere!
vi aspetto da me se vi va
buona serata, un abbraccio
Ti ringrazio molto, ma ti suggerisco di dare una possibilità a questa serie perchè merita davvero tanto! Considera che questo è il terzo libro, ma il primo (che si può leggere anche come autoconclusivo) è veramente bellissimo!
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