Buongiorno lettori! Eccoci qui nuovamente a parlare di libri, ma stavolta in una chiave leggermente diversa dal solito.
Affronteremo un tema molto delicato quanto importante per il libro in questione: se infatti avete letto Gideon la nona, o anche solo la nostra recensione (no?? Cosa aspettate allora! Cliccate qui), avrete capito che, con questo libro, veniamo immersi in un mondo spettrale, grottesco, dove il contatto con la morte è quotidiano ed è elemento imprescindibile per la vita e le gesta dei protagonisti che lo popolano.o, veniamo immersi in un mondo spettrale, grottesco, dove il contatto con la morte è quotidiano ed è elemento imprescindibile per la vita e le gesta dei protagonisti che lo popolano.
Eccoci dunque venuti allo scopo di questo articolo: vi daremo delle nozioni circa la necromanzia (attenzione, non confondetela con la negromanzia) e vi diremo come e perchè venga inserita questa "arte" all'interno del romanzo della Muir.
Vi ricordiamo che, insieme ad altri blog, abbiamo partecipato all'evento organizzato da Ginevra e dalla Mondadori, che ringraziamo come sempre per le bellissime opportunità che ci offre di poter scoprire ogni volta luoghi inesplorati della nostra immaginazione.
Con oggi il Blog Tour si conclude, ma vi lasciamo di seguito il banner con i nomi e gli argomenti che sono stati trattati dalle nostre colleghe, dopo di che... siamo pronti per addentrarci negli oscuri meandri della morte e dell'Aldilà.
Tutte le Case hanno un necromante che le rappresenta e che possiede sfumature e talenti diversi, ma tutti accumunati con l’arte necromantica. Di cosa si tratta? Proviamo a fare un po’ di chiarezza e a fornire qualche elemento per comprendere al meglio una caratteristica fondamentale della storia della Muir.
Innanzitutto partiamo come sempre dal primo passo per cercare di comprendere quello che una parola sta ad indicare, ovvero la sua etimologia. Nel caso della parola necromanzia, essa viene dal greco νεκρομαντεία (nekromanteía) composto di νεκρός, (nekros «morto»), e μαντεία, (manteía «predizione»); è una forma di divinazione, in cui i praticanti, detti necromanti, cercano di evocare gli spiriti dei defunti.
Fin dal medioevo, la necromanzia è stata spesso erroneamente confusa con la negromanzia, generando un vizioso circolo semantico, soprattutto nella narrativa fantasy: letteralmente, "necromanzia" è la magia operata sulla morte; invece, "negromanzia" è un calco latino che sostituisce a νεκρός, morto, il lemma niger, nigri (nero), da intendersi come "magia nera", associata all'evocazione di demoni.
Esempi di necromanzia si possono rinvenire nella cultura babilonese (evocazione dell'anima di Enkidu nella dodicesima tavola dell'epopea di Gilgamesh), presso gli Ebrei (evocazione dell'anima di Samuele ad opera dell'indovina di Endor, I Re [Samuele], XXVIII, 7 segg.) e presso i Greci, dove tuttavia l'episodio della consultazione di Tiresia da parte di Ulisse (Odissea, XI) non è un vero e proprio esempio di necromanzia, in quanto si tratta non solo di evocazione, ma di visita all'Ade. Tuttavia questo episodio fornì il modello primo non solo alle successive descrizioni delle discese agli Inferi, ma anche alle apparizioni provocate (è questo l'elemento che distingue la necromanzia dal sogno) dei defunti nella letteratura posteriore.In Gideon la Nona, colei che rappresenta ed esprime al meglio le caratteristiche necromantiche è Harrowhark, la figlia prediletta dei signori della Nona Casa. Harrow è un personaggio schivo, altezzoso, ligio ai doveri della sua casa e avvolto da un alone di mistero e morte. Ha una capacità che la rende un’ottima necromante: può creare costrutti ossei dal più piccolo frammento di essi. I suoi scheletri sono un esercito silente pronto ad eseguire qualsiasi ordine emanato dalla loro creatrice. Col passare delle pagine Harrow riuscirà ad implementare e padroneggiare sempre meglio questa sua dote, frutto di tanto impegno ma anche di un grande sacrificio.
Come lei troveremo altre figure in possesso di capacità dalle diverse sfumature, ma pur sempre connesse tra loro dalla natura necromantica. Ogni casa ha sviluppato nel tempo le proprie tecniche necromantiche che le caratterizzano e in cui eccellono. Queste tecniche, che vanno dal “sifonaggio dell’anima” al richiamo delle anime trapassate, fino alle più profonde conoscenze mediche del corpo umano, saranno fondamentali per poter affrontare i pericoli e i misteri che i personaggi del romanzo della Muir si ritroveranno dinanzi. Il legame con la morte e la divinazione ad essa collegata sarà la chiave per poter sopravvivere e raggiungere l’ambito traguardo di diventare Littore dell’Imperatore.
Dobbiamo ammettere che non è stato per niente facile rinvenire delle fonti attendibili da poter analizzare ed esprimere in connessione con l’opera della Muir, pertanto abbiamo preferito condividere solo piccole informazioni con un certo grado di attendibilità, per potervi offrire solo materiale degno di lettura. L’argomento è talmente ampio e di difficile trattazione, senza una adeguata preparazione, da averci spinto ad esprimere pochi concetti ma chiari, in virtù del nostro spirito sempre improntato alla competenza e alla qualità dei contenuti.
Speriamo che queste poche righe vi abbiano incuriosito e vi abbiano fornito un ulteriore argomento per potervi immergere in questo mondo e fare la conoscenza di Gideon, Harrowhark e le sfide che le attendono.
Fonti e approfondimenti: Enciclopedia TRECCANI, Wikipedia, “Nigromancy in the Later Middle Ages” di Lisa A. Bergstrom tradotto da Lezzi Annalisa e integrato da “La storia viva”.
Come sempre, vi abbracciamo,
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