- REVIEW PARTY - LA GUERRA DEI PAPAVERI di R.F.Kuang

Buongiorno amici lettori, eccoci giunti ad una nuova recensione di un libro che ha segnato l’esordio di una giovane e talentuosa scrittrice di origine cinese…stiamo parlando di Rebecca F. Kuang (classe ’96!!!)


Il suo ingresso nel mondo letterario è avvenuto tramite “La guerra dei papaveri” (The Poppy War) nel 2018, un grimdark fantasy che abbiamo avuto la possibilità di gustare in anteprima, con traduzione ed edizione a cura della Oscar Vault. Se siete amanti della cultura orientale, del “girl power”, dei miti e delle leggende, e della cruda verità senza veli o censure, allora continuate a leggere e magari potrete scoprire una nuova lettura che vi terrà col fiato sospeso!


Nome: La guerra dei papaveri (The Poppy war #1)
Autrice: R. F. Kuang
Casa editrice: Mondadori (Oscar Vault)
Pagine: 516
Prezzo: 22,00 €
Trama: Orfana, cresciuta in una remota provincia, la giovane Rin ha superato senza battere ciglio il difficile esame per entrare nella più selettiva accademia militare dell'Impero. Per lei significa essere finalmente libera dalla condizione di schiavitù in cui è cresciuta. Ma la aspetta un difficile cammino: dovrà superare le ostilità e i pregiudizi. Ci riuscirà risvegliando il potere dell'antico sciamanesimo, aiutata dai papaveri oppiacei, fino a scoprire di avere un dono potente. Deve solo imparare a usarlo per il giusto scopo.


Il mondo creato dalla Kuang è palesemente ispirato alla geografia e alle tradizioni orientali. Il Nikan, dove si svolge gran parte delle vicende, è un territorio frammentato e diviso in province comandate ognuna da un Signore della Guerra, tutti diffidenti tra loro e riuniti solo sotto il formale dominio dell’imperatrice Su Daji. Le province del Nikan sono sempre state in conflitto interno tra loro e il paese è storicamente in conflitto con l’isola di Mugen, con la quale ha disputato le Guerre dei papaveri e da cui ne è uscito vincitore.

Si può facilmente notare che queste vicende traggono spunto  dai conflitti tra la Cina e Giappone, specialmente in relazione alla seconda guerra sino-giapponese e ai conflitti col Regno Unito con le Guerre dell’oppio. In questi elementi possiamo constatare come la Kuang abbia in mente un preciso schema su cui basare l'architettura dell'intera storia. 

All’inizio, però, ho trovato difficoltà a entrare completamente nel  libro poiché il world building mi risultava incompleto…mi spiego: il mondo che la Kuang ci presenta è grande e complesso, specialmente per chi, come gran parte degli europei, non è avvezzo alla storia orientale. Le singole province, il modo in cui si è giunti alla loro unificazione e il conflitto con Mugen, non vengono approfonditi nel modo adeguato, lasciando il lettore un po' spaesato e libero di interpretare e immaginare quello che nelle pagine viene descritto solo a grandi linee. Non so se questo sia parte di un progetto che vedrà maggiori spiegazioni a partire dal secondo libro, ma per il momento l'impressione che si può avere leggendo è quella di un mondo lasciato un po' a se stesso.


La storia narra le vicissitudini di Fang Runin, un’orfana di guerra, adottata da una famiglia di spacciatori di oppio, che cerca di sopravvivere tra mille difficoltà nella cittadina rurale di Tikany. Per sfuggire ad una vita di miseria e oppressione, Rin parteciperà ai Keju, un test di ammissione annuale a cui i cittadini dell'impero a partire dai 16 anni possono iscriversi per accedere alle più prestigiose accademie formative del Paese, tra cui la più importante di tutte: la Sinegard, accademia di formazione dei futuri comandanti e Signori della guerra.

Inutile dirvi che queste prove saranno semplici, SEMPLICISSIME, esattamente come può esserlo trovare posto per l'ombrellone sulla spiaggia libera alle 12 in punto del 15 di Agosto.

Ma Rin, che scopriremo avere una volontà di ferro che se solo avessi avuto almeno una volta nella vita potrei raccontarvi di aver avuto una gioia, strapazzerà tutti i figli di papà della provincia per aggiudicarsi il primo posto in assoluto.


Ma all’accademia non troverà tutte rose e fiori. Fin dal suo ingresso Rin si scontrerà con la dura verità della società nikariana. I suoi compagni di scuola sono tutti figli della classe nobiliare del paese, a comando di tutte le strutture di governo. Sono persone lontane anni luce dalla piccola contadinella di Tikany con la pelle scura, lo strano accento e i vestiti logori. Ma questo non sarà altro che uno stimolo in più per dimostrare la grande forza di volontà e la determinazione che spingono Rin a scalare le gerarchie scolastiche e ad affermarsi con molta difficoltà tra gli studenti più brillanti della scuola.


Già in questa prima parte del libro incontreremo personaggi molto interessanti che accompagneranno la nostra protagonista nel suo percorso formativo. Scordatevi tenere storie di amore e facili legami. In questo libro troverete la nuda e cruda realtà: persone viziate, altezzose, prive di umanità, invidiose e arroganti. I legami che verranno a crearsi saranno principalmente tossici ma veri, conferendo sempre quella linea di realtà alla storia. Ho apprezzato molto i personaggi di Nezha e del maestro Jiang, anche se avrei preferito maggiori approfondimenti sui loro background. 


La storia si conclude qui?! Macchè!! Ricordiamoci che il filo conduttore che collega tra loro tutte le vicende di questo libro è la guerra. Mugen non ha mai rinunciato alle sue mire espansionistiche sul Nikan e in un clima di tensione e rapporti diplomatici deboli anche tra le stesse province, il conflitto è dietro l’angolo.

Ed è qui che il libro cambia volto, cambia marcia.

Nel corso della storia veniamo trasportati da un mondo in cui le principali preoccupazioni sono il superamento di preconcetti e luoghi comuni, ad un mondo dove la paura, il terrore della perdita e il conflitto sono all’ordine del giorno. In questa fase verrà approfondita la figura di Altan, l’ultimo della sua stirpe di leggendari guerrieri, che accompagnerà Rin in una nuovo percorso di crescita, personale e militare. Rin dovrà affrontare la guerra, la crudeltà umana e la crescente tensione condita dagli orrori di guerra, ma non sarà il peggio perché Rin ha un talento: a scuola ha scelto di approfondire la misteriosa arte dello sciamanismo e in guerra dovrà scavare sempre più dentro di sé per poter afferrare e dominare il potere della Fenice. Infatti gli sciamani, un tempo numerosi nel Nikan, sono ormai una stirpe in via di estinzione e il loro sapere sta pian piano finendo nel dimenticatoio della memoria, ma Rin, Altan e un gruppo di guerrieri reietti, proveranno a utilizzare questo antico sapere per cambiare le sorti del conflitto; infatti manca ancora il loro voto, che potrebbe confermare o ribaltare il risultato. 




Infine, ma non per importanza, c’è un tema fondamentale in tutta questa storia: la tossicodipendenza. Ricordate che all’inizio abbiamo detto che Rin faceva parte di una famiglia di spacciatori di oppio? Ecco, nel Nikan si fa largo uso di droghe ma Rin scoprirà che gli sciamani utilizzano particolari stupefacenti per isolare la mente, raggiungere gli Dei e sprigionare il loro potere. Ovviamente ci sono anche risvolti negativi: è pur sempre una droga e ha inevitabili effetti avversi che sveleranno lati dei personaggi che a un primo approccio sembravano non esistere.


In pratica questo libro contiene tanti temi importanti e di difficile trattazione come il razzismo, l’emarginazione, il bullismo, la guerra e dei suoi effetti sulla popolazione.

Tramite scene di un'incredibile efficacia e spietato realismo, la Kuang riesce a raccontare i drammi e le atrocità della guerra, le morti e la sofferenza che vengono con essa, fino a scavare un buco di orrore e paura nel lettore.

Scopriremo una terra abitata da strateghi legati agli insegnamenti di Sun Tzu, e da sciamani, entità libere ed eteree che rincorrono un sapere antico per non perderlo negli abissi della paura umana.

Il rapporto tra Rin e Jiang, con il percorso di scoperta del potere dello sciamanismo, mi ha fatto venire alla mente il rapporto tra Kvothe e il suo magister ne Il nome del vento.

Tirando le somme, La guerra dei papaveri è un libro forte, crudo, reale, incalzante, che non lascia spazio a pause o tentennamenti. È un libro che appassiona e che spinge il lettore ad un'altra pagina e ancora un'altra e un’altra ancora…

Il potenziale di questa saga è grande, molto grande. Speriamo di poter mettere al più presto il naso tra le pagine dei volumi successivi, ma, nel frattempo, ci auguriamo di avervi convinto a leggere questo libro e farvi travolgere da questa storia che si è radicata con forza dentro di noi.



Prima di concludere, sono doverosi dei ringraziamenti sia alla Mondadori che ci ha permesso, anche stavolta, di poter leggere in anteprima questo libro, ma anche e soprattutto a Sofia di @dear.authors che ha organizzato l'evento con tanta passione e professionalità. Vi rimando ai blog delle mie colleghe che hanno recensito insieme a me questo libro, così da poter sentire un'opinione in più.
Come sempre, un abbraccio enorme






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